mercoledì 4 gennaio 2012

Albert Einstein e la teoria della relatività

Uno degli scienziati più famosi del XX secolo è stato sicuramente Albert Einstein e vorrei parlarvi di come è nata una delle teorie più importanti della fisica.
Già da bambino, precisamente all'età di 12 anni, Einstein si poneva domande molto importanti come "chi siamo?" o "da dove veniamo?" e, all'età di 16 anni, iniziò ad ottenere le prime risposte, dopo aver abbandonato la religione e intrapreso la via della scienza.
Una delle domande a cui non riusciva a dare una risposta era: "cosa accadrebbe se viaggiassimo alla velocità della luce?".
Perciò iniziò ad elaborare nel 1905 la famosa teoria della relatività, che in realtà è una teoria degli assoluti dove ne troviamo esattamente due: uno come assunto fondamentale e l'altro come conseguenza fondamentale.
Il primo fu scoperto dall'esperimento di Michelson e Morley dove si cercava di misurare la velocità della luce, che oggi tutti sappiamo essere pari a 300.000 km/sec.
Grazie a questo esperimento, Michelson e Morley stabilirono che la velocità della luce è sempre la stessa, indipendentemente dai sistemi di riferimento.
Questa affermazione è uno dei punti più importanti della teoria della relatività.
L'altro assoluto che sta alla base di questa teoria è che nel momento in cui intuiamo che c'è qualcosa che ha una velocità indipendente dai sistemi di riferimento, vuol dire che c'è un errore nella fisica.
Per esempio se cammino su un tapis roulant, che ha una certa velocità, nella sua stessa direzione, le velocità si sommeranno, mentre se cammino nella direzione opposta, le velocità si sottrarranno.
Questo esempio non è valido se una delle due velocità è quella della luce perchè abbiamo detto che questa è costante in tutti i sistemi di riferimento.
Quindi Einstein capì che bisognava cambiare le leggi della fisica ed elaborò il principio di relatività einsteiniano: le leggi della fisica devono essere formulate in modo che passando da un sistema a un altro si conservino.
Quindi il secondo punto fondamentale della teoria della relatività è che le leggi della fisica sono uguali per tutti gli osservatori che si muovono in moto rettilineo uniforme ovvero in maniera rettilinea senza variare la propria velocità l'uno rispetto all'altro.


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