L’Hubble Space Telescope, posto negli strati esterni dell’atmosfera terrestre e in orbita intorno alla Terra, ha fatto una ultima scoperta: una popolazione di piccole galassie giovani, piene di formazione stellare.
Infatti, a differenza della Via Lattea, queste galassie producono molte stelle, raddoppiando il loro numero in una decina di milioni d’anni.
Credit: NASA, ESA, A. van der Wel (Max Planck Institute for Astronomy, Heidelberg, Germany), H. Ferguson and A. Koekemoer (STScI.), and the CANDELS team
Credit: NASA; ESA; and G. Bacon, STScI
Oltre alle immagini, l’Hubble ha fornito anche gli spettri di alcune galassie mostrandoci cosa sta accadendo realmente dentro di loro, per capire la loro natura estrema di formazione stellare.
Tutto ciò è in contrasto con gli studi che sono stati fatti sulle galassie nane che orbitano intorno alla Via Lattea.
Harry Ferguson, infatti, ha dichiarato:
“Secondo i recenti studi, sapevamo che la formazione stellare è un processo lento che si allunga nel corso di miliardi di anni, ma questa scoperta ci costringe a riesaminare tutto quello che sapevamo sull’evoluzione di una galassia nana”.
Comunque entro questo decennio avverrà il lancio del telescopio spaziale James Webb che sarà in grado di riconoscere queste deboli galassie, ancora prima di vedere il bagliore della loro prima formazione stellare, fornendoci informazioni dettagliate sulla loro composizione chimica.
Questo telescopio sarà migliore dell’Hubble e verrà gestito in cooperazione dalla NASA e dall’Agenzia Spaziale Europea.
La sua missione primaria sarà quella di esaminare il residuo a infrarossi del Big Bang per poter determinare le condizioni iniziali di formazione dell’Universo.
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