sabato 1 dicembre 2012

La verità sulla morte dell'astronoma Ipazia

Era l'aprile 2010 quando andai a vedere al cinema il film di Alejandro Amenàbar, Agorà, che narrava la vita dell'astronoma e filosofa greca Ipazia.
Rimasi colpita da quello che vidi e da ciò che i cristiani fecero contro di lei; il suo assassinio fu nascosto dalla religione cristiana e nonostante tutto oggi lei viene considerata la prima martire del paganesimo e della libertà di pensiero.
Fin da piccola, grazie a suo padre Teone, si appassionò di astronomia, guardando ogni sera il cielo per osservare stelle e pianeti; era in grado di riconoscere le costellazioni e a differenza delle bambine della sua età, che giocavano con le bambole, lei stava sempre nella sua camera a studiare e a fare calcoli.
Il padre le diceva sempre: "Tu sei diversa dalle altre bambine, sei destinata ad essere grandiosa e famosa".
Infatti diventata più grande fu in grado di rilevare degli errori nei calcoli di Tolomeo e da allora appoggiò il sistema di Aristarco ovvero un sistema eliocentrico.
Ad Alessandria tutti la amavano ma ben presto iniziarono i problemi quando l'Imperatore Romano impose la religione cristiana eliminando tutte le altre.
Così Ipazia ebbe dei vari confronti in città con il vescovo Cirillo e uno dei più importanti fu il seguente.
Cirillo: "La donna è come il tralcio dell'uva, il suo destino è restare attaccata alla vite, all'uomo, che è suo superiore e sua guida spirituale.
La donna sia sottomessa e obbedisca al marito, questo è l'insegnamento di Cristo e della santa Chiesa da lui voluta.
Il posto della donna non è nelle accademie, nelle scuole o nei luoghi pubblici ma la casa."
Ipazia: "Dio creò dal nulla tutte le cose nel seguente ordine: luce, tenebre, astri, Terra, acqua, Sole.
Tutto questo fece in sei giorni.
Com'era possibile che ci fossero il giorno e la notte prima che fossero stati creati la Terra e il Sole?
C'era già il giorno anche quando non c'era ciò che fa essere il giorno?"
Quel confronto fu vinto dalla filosofa, scatenando la rabbia dei cristiani; infatti un giorno decisero di trascinarla nel tempio cristiano Cesareo per far sì che Dio godesse della vendetta contro la donna infedele e atea.
I cristiani la insultarono, le strapparono i vestiti, la calpestarono e le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo.
Dopo averla fatta a pezzi, cancellarono ogni traccia di lei bruciandola.
Ma Cirillo non si accontentò e ordinò ai suoi fedeli di bruciare anche le pergamene, i disegni, i modelli, tutto ciò che l'astronoma aveva scritto, pensato e inventato, affinchè di lei si perdesse ogni ricordo.
Una donna che non meritava tutto questo e che ha avuto il coraggio di dire sempre quello che pensava.
I suoi alunni erano tutta la sua vita e il giorno prima di morire li disse:
"Fate in modo che non sia mai dimenticata e ciò che ho fatto a voi, fatelo ad altri.
Dovete donare la vostra saggezza, comprensione e virtù a chi è disposto a riceverla".


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